DAY 08 ( 3 agosto 2001 ) | Opuwo – Okanguati – Kamanjab
Lasciamo Opuwo seguendo la pista C43 che conduce a nord. Vista la precedente esperienza con una “guida locale”, abbiamo deciso di cercarla strada facendo.
Questa scelta si rivela la soluzione migliore. Dopo qualche chilometro incontriamo un ragazzino lungo la strada; si chiama Peter e si offre di farci da guida e interprete per i villaggi Himba della zona.
E’ un ragazzo in gamba, sa come muoversi e quanto cibo portare in ogni villaggio. A Opuwo abbiamo acquistato farina, tabacco, te e altri viveri di prima necessità. Abbiamo con noi dei medicinali anche se sappiamo che gli Himba spesso rifiutano di curarsi con le medicine moderne.
Turismo responsabile
Percorrendo i territori della Namibia settentrionale è quasi d’obbligo visitare i villaggi e le popolazioni Himba locali. Il mio approccio in tutti i viaggi è sempre stato quello del turismo responsabile ben consapevole dei possibili danni e delle contaminazioni culturali a cui da viaggiatore espongo rispettivamente il territorio e le popolazioni locali.
In un villaggio incontriamo una donna con un bimbo dalla forte irritazione agli occhi. Ci fa capire che ha bisogno di aiuto e tutto quello che possiamo fare è somministrare un collirio per lenire l’infiammazione.
La donna vorrebbe tenere per se il medicinale ma è importante non lasciare loro nulla che non sappiano utilizzare, soprattutto farmaci che non sarebbero in grado di dosare.
Nel corso della giornata ci spingiamo fino al remoto villaggio di Okanguati, circa cento chilometri a nord di Opuwo incontrando diverse tribù locali. Nel primo pomeriggio lasciamo la nostra abile guida e torniamo verso Opuwo per seguire la C35 che, dopo 340 chilometri di pista, ci condurrà nei pressi di Kamanjab.
Questo villaggio altro non è che un avamposto dalle strade sterrate con qualche casa, negozi di generi alimentati e un distributore di benzina dove poter fare rifornimento e scorte di carburante prima di raggiungere l’Etosha National Park
Per la notte ci sistemiamo nell’ottimo campeggio del Rustig Toko Lodge, trenta chilometri più a nord di Kamanjab.
Tre notti nell’Etosha National Park
L’Etosha National Park occupa oltre 20.000 chilometri quadrati, dei quali un quarto occupato da un deserto di sale. E appunto il nome Etosha significa “grande luogo bianco”, proprio in riferimento al colore principale del suolo a causa della sua salinità. Un tempo questo parco costituiva la più grande riserva faunistica del mondo, poi ridimensionata nel corso degli anni.
Questa vasta area tutela oggi 114 specie di mammiferi e 340 specie di uccelli, oltre a numerose specie di rettili e anfibi. Non tutto il parco è accessibile al pubblico e purtroppo un terzo dell’area occidentale è riservato esclusivamente ai tour operators. Questo perchè il parco Etosha rappresenta una delle principali mete turistiche della Namibia e il governo vuole assicurarsi che i visitatori dei gruppi organizzati possano avere la migliore esperienza di safari possibile.