DAY 14 ( 9 agosto 2001 ) | Rundu – Popa Falls – Tsodilo Hills
Stamane ci dirigiamo verso il Bwabwata National Park lungo il Dito di Caprivi. Il parco è stato creato con l’intento di ripristinare la fauna selvatica, quasi completamente distrutta in questa regione dai cacciatori di frodo.
E’ questa sicuramente una zona poco battuta dal turismo di massa che merita di essere esplorata. Purtroppo non abbiamo molto tempo a disposizione e così facciamo soltanto una breve tappa alle Popa Falls, nei pressi dell’abitato di Bagani.
Qui il fiume Okawango precipita in una serie di larghe cascate. Niente di stupefacente ma comunque una piacevole sosta prima di proseguire verso il confine con il Botswana ( Mohembo Border )
Le colline degli Dei
Per raggiungere le Tsodilo Hills, le “colline degli Dei” percorriamo oltre 60 chilometri di pista sterrata che si può affrontare soltanto in 4×4. A tratti la strada è così impegnativa che più volte pensiamo di desistere e tornare indietro.
Tsodilo è un sito eletto Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e si trova nell’angolo nord occidentale del Botswana. Nonostante la sua fama è ancora un luogo piuttosto remoto e complicato da raggiungere ( nel 2001, oggi forse le cose sono un pò cambiate, Ndr. )
Ci sistemiamo presso il Makuba Woods Campground e montiamo le nostre tendo proprio sotto le colline, che pare emergano all’improvviso dalle pianure del Kalahari. Sono quattro i rilievi principali in cui sono state scoperte migliaia di incisioni rupestri, tanto da definire questa zona “il Louvre del deserto”
Questo luogo è davvero suggestivo e mentre prepariamo il fuoco da campo per la notte osserviamo come i rami contorti degli alberi circostanti si staglino sulle rocce illuminate dalle luna piena, creando figure gigantesche e inquietanti sulle pareti di fronte a noi
Le comunità locali dei San e degli Hambukushu considerano questo luogo sacro e dimora degli spiriti ancestrali. Sono proprio queste forze che proteggono gli animali della zona e rendono magica questa zona.
Mentre siamo tutti riuniti intorno al fuoco del nostro campo, leggo a voce alta la strana avventura accorsa allo scrittore ed esploratore sudafricano Laurens van der Post. Costui scrisse un famoso romanzo “The lost World of Kalahari”, e raggiunse le Tsodilo Hills nella speranza di girare un film documentario sulle colline.
Ebbene, a quanto si dice le sue macchine da ripresa inspiegabilmente si bloccarono all’improvviso e così pure i registratori audio, mentre la troupe fu attaccata da uno sciame di api per tre giorni di seguito.
Quando il cielo stellato sopra di noi si fa sempre più luminoso e la temperatura scende rapidamente avvertiamo un fruscio, forse una brezza leggera e improvvisa. Com’è come non è…tutte le nostre lampade a petrolio si spengono contemporaneamente lasciandoci nel buio profondo e con uno strano senso di inquietudine che ci avvolgerà per tutta la notte.
Il curioso villaggio di Etsha 6
Ci sistemiamo per la notte in un bungalow nel piccolo villaggio di Etsha 6. Il nome curioso deriva dal fatto che ci sono qui ben 13 villaggi Etsha. Durante i primi giorni della guerra civile in Angola, il popolo Mbukushu fuggì verso sud e ottenne lo status di rifugiato in Botswana.
Organizzati in tredici clan o gruppi, divisi in base alla propria struttura sociale, i Mbukushu si sono stabiliti in quest’area fondando tredici villaggi, disposti ad un chilometro l’uno dall’altro che il governo del Botswana ha identificato con un numero progressivo: 1,2,3…e cosi via.