DAY 15 | Ficksburg – New Bethesda ( 609 km )
Stiamo seguendo la R26 in direzione sud con le preziose indicazioni del nostro inseparabile navigatore GPS. Il paesaggio lungo il percorso è sempre spettacolare e molto vario. La giornata calda e senza nuvole. Siamo stati veramente fortunati con il tempo nel corso di questo viaggio e come spesso accade non bisogna farsi troppo intimorire dalle guide quando si legge che non è la stagione indicata o quando vengono riportate le statistiche di pioggia e temperature per una certa regione.
Il tempo è ancora una variabile impazzita e talvolta nel programmare un meta o un percorso si scartano località che meriterebbero una visita solo perchè si teme di trovare tempo incerto o non idoneo alla vacanza. Fregatevene ! Rischiate, perchè ne vale sempre la pena. Siate affamate, siate folli come diceva Steve Jobs.
Attraversiamo lungo la R26 i villaggi rurali di Hobhouse e Zastron, in questa terra dalla luce dorata e dai prati verdi con coltivazioni di girasoli e pecore. Dopo qualche ora di viaggio la strada peggiora per la presenza di numerose buche che credo si formino da queste parti con la forte escursione termica in questo periodo invernale. Ce ne sono moltissime e alle volte le si scorge all’ultimo momento. Siamo costretti a rallentare decisamente, ma anche a 60/70 km orari una buca profonda vista all’ultimo minuto può risultare pericolosa.
Alle ore 12.45 giungiamo a Aliwal North, dove ci fermiamo a comprare qualcosa per il pranzo in un supermercato. Questa cittadina situata al confine tra il Free State e l’Eastern Cape era agli inizi del XX secolo una rinomata destinazione turistica, grazie ai suoi bagni termali.
Purtroppo oggi non è rimasto molto del suo antico splendore e Aliwal è ormai una cittadina poco nota e piuttosto malconcia. Cerchiamo dunque un posto dove mangiare fuori città, una piazzola lungo la strada dove riposarci e pranzare. Il nostro viaggio continua lungo la R26 fino ad un bivio per la R56 in direzione di Steynsburg dove proseguiamo innestandoci sulla N9 la grande arteria che porta verso la costa.
Noi però faremo una piccola deviazione seguendo per 30 chilometri la strada sterrata che conduce a Nieu Bethesda. Questo minuscolo ed isolato villaggio ci è stato consigliato caldamente come un “must see” da numerose persone incontrate lungo il percorso e dunque non potevamo evitare di visitarlo.
Vi giungiamo verso le ore 16:45, in tempo per godere delle ultime luci del tramonto. Scendendo di latitudine abbiamo guadagnato quasi un’ora di luce, il che non è poco nell’economia della nostra giornata ! Questo paesino è diventato famoso in tutto il mondo per la “straordinaria” Owl House, dimora e laboratorio di Helen Martins.
La storia racconta che un giorno mentre giaceva a letto malata, la signora Martins, considerata una reietta dagli abitanti della città, decise di portare un pò di luce e di colore nella sua vita monotona e solitaria. Nel corso dei 30 anni successivi, la Martins lavorò con una passione ai limiti dell’ossessione, adornando inizialmente l’interno della casa con frammenti di vetro e pitture dai colori vivaci, passando poi a riempire il cortile con gigantesche statue di gufi, cammelli, acrobati e sirene, tutte create con materiali di uso quotidiano come cemento, bottiglie rotte e filo metallico.
All’età di 78 anni, spossata dall’artrite e dalla cecità, Helen si tolse la vita. lasciando disposizioni affinchè la sua casa fosse conservata in ricordo della sua concezione artistica. Oggi la Martins è considerata un’artista “outsider”, priva cioè di un’istruzione accademica, ma capace di sviluppare un interessante stile originale e di modificare il proprio ambiente.
Le richieste di alloggio si fanno presso il locale ufficio informazioni, che ospita anche un emporio di prodotti tipici e la sera funge da ritrovo di artisti e organizza cene a base di stufato di kudu ( carne simile al nostro agnello, ma dal sapore meno selvatico )